
Ricorderò.
Il dolore e il suo rancore.
Gli occhi di vetro, prima di quelli scintillanti di lacrime.
Le parole taglienti, prima di quelle di pace.
Ricorderò i miei abissi evocati e il fuoco sfidato.
Le fiamme suscitate solo per averne ragione,
per soffocarle nel fumo acre.
Ricorderò la mia paura e l’ansia senza controllo.
La tua voce altissima e l’anelito disperato di una tregua, a qualunque costo.
Ricorderò il male,
ricorderò il peggio.
Ricorderò per non amputare ancora l’ultimo pezzo di me che giace respinto e si traveste, muta, si trasforma in altro da sé, solo per te.
Solo per essere visto e accolto tra le tue braccia che non hanno più calore.
Ricorderò tutto questo e lo andrò a cercare in fondo al cumulo informe dei ricordi abbandonati.
Per sentire ancora il tuo disprezzo per le parole dette e scritte,
per ascoltare il tuo giudizio sulla mia stupidità,
per vedere il tuo mostro farsi più grande del mio,
per assistere alla tua mutazione e pagare la tua vendetta antica.
Ho chiesto perdono mille volte e mai c’è stato alcun perdono.
Mai ho ricordato tutto questo sangue.
Ho lavato in fretta la sua macchia scura e dissolto il suo odore di ferro.
Devo ricordare l’errore, la rabbia, il dolore e quel sangue.
Ti liberi, mi libero.
Ricorderò.
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