La favola della Regina (ENI)

In nome dei cittadini crotonesi…

C’era una volta un Re, o forse una Regina…

La filastrocca viene naturale giacchè ci ritroviamo – ancora una volta – alle prese con la favola più vecchia e nota della città, quella di Regina ENI e dei suoi sudditi Crotonesi.

I titoli roboanti degli ultimi giorni ci fanno (ri)scoprire parole e temi che parevano abbandonati o dimenticati; parevano…appunto.

L’argomento evidentemente non conosce stagioni e si riprende la ribalta, solo che a cambiare sono le posizioni dei protagonisti sulla scena.

Ricordavamo il Professore Voce impegnato ad arringare la folla (riunirla è stato il suo vero merito, considerato che a Crotone far affluire più di cinquanta persone in una pubblica piazza, senza offrire rustici e pizzette, è già un’impresa epica) inveendo con trasporto contro la svendita delle sorti cittadine praticata dai governanti di ogni tempo. Tutti rei di aver consegnato o di voler consegnare la salute pubblica alla multinazionale dell’energia di proprietà (quasi) statale, in cambio di un po’ di polvere e qualche promessa.

Da lui, il Professore onnisciente ed esperto di chimica ed inquinamento, abbiamo appreso le esatte quantità di elementi chimici e sostanze tossiche “percentimetroquadrato” che toccano in dote ad ogni singolo cittadino crotonese (neonati inclusi).

Tutta colpa della Compagnia Petrolifera e della sua pluriennale politica imperialista, strillava.

Ne aveva per tutti; in primis per gli amministratori che – a suo dire – si erano alternati al tavolo delle decisioni senza conoscenza e competenza e si arrendevano allo stuolo di professori al soldo di ENI.

Da lui, il Professore, abbiamo imparato a familiarizzare con la parola “POB”, ancora oggi presumibilmente ignota ai più nel suo significato integrale. 

POB 1, contro POB 2, capping contro soil washing, MISP e la più facile “tombatura” dei rifiuti erano i suoi mantra.

E adesso ?

Ora che il Prof. è diventato Sindaco pare aver perso lo smalto del castigamatti per degradare verso toni misurati e diplomatici, più confacenti con il ruolo e intonati alle cravatte d’ordinanza.

Fin qui, tutto normale, o quasi, in questo paese tiepido e mite.

Ma nei giorni scorsi abbiamo appreso qualcosa che lascia davvero esterrefatti.

Pare che il Professore-Sindaco-Chimico stia trattando con ENI qualcosa di grosso, almeno secondo lui.

La notizia suona più o meno così: “meno bonifica in cambio di energia a buon prezzo e qualche mancia”.

Si tratterebbe di un negoziato – ancora acerbo ma promettente – con la società REWIND di cui il Prof. attende di incontrare nientepocodimenochè l’AD.

Riprendiamoci, dunque, dalla sorpresa e ragioniamo.

Quando è accaduto che la Città ha iniziato a trattare il tema del risarcimento di cinquant’anni di sfruttamento senza compensazione (le royalties sono previste da una norma di legge nazionale, punto) con la piccola società stellite di Eni che si occupa di bonifiche ?

E che c’entra la bonifica (obbligatoria e prevista da altre norme di legge) con l’idea di una riconciliazione sociale, etica ed economica con il territorio ?

Prima dell’avvento del Sindaco anti-sistema il negoziato era stato condotto sul tavolo più qualificato degli Affari Istituzionali di ENI e del suo Distretto Meridionale (DIME), oggi smantellato, e la posta in gioco non era certo quella di un parco giochi ad energia solare con cui alimentare qualche utenza pubblica e da cui ricavare una modesta prebenda di vile pecunia.

A nessuno sarebbe venuto in mente di scambiare la ”pacificazione” con l’intera comunità con una concessione “a perdere” sugli obblighi di bonifica delle aree dismesse.

Eppure, sembra che stia accadendo proprio questo.

Il contadino ha sbagliato mercato e offre i suoi frutti al prezzo della cassetta che li contiene.

Ci perdoneranno tutti i protagonisti di questa vicenda se ricorriamo a metafore pedestri e attribuiamo loro ruoli poco istituzionali; ci smentiranno facilmente se abbiamo equivocato e chiederemo venia.

Ma se per caso fossero davvero intenti a vendere le “nostre” risorse al mandatario senza portafoglio del padrone a sei zampe, sappiano che la posta in gioco è enorme, il momento e irripetibile e noi non lo permetteremo.

La bonifica è la bonifica, tocca a REWIND attuarla e dovrà essere fatta alle condizioni più giuste e con la garanzia più rigorosa per la comunità crotonese.

La svolta nazionale verso l’autosufficienza che gli eventi geopolitici contemporanei ci impongono di compiere ci offre un’occasione irripetibile per sedere al tavolo dei grandi, con ENI dunque, e lì convenire le condizioni di una vera pace sociale con la nostra società petrolifera.

Non usiamo il termine “nostra” a caso, perché è venuto il tempo di riscoprire l’identità Crotonese e quella nazionale e il senso di appartenenza che accompagna l’una e l’altra. “Nostri” sono anche le risorse, il gas e gli idrocarburi custoditi sotto il nostro suolo e sotto i fondali del nostro mare.

Non potremo, e non vorremo, neppure sottrarci al dovere di concorrere con essi al cambiamento radicale della politica energetica italiana, ma pretenderemo con dignità, competenza e determinazione che questa comunità riceva finalmente tutto quello che merita in cambio.

Di questo e solo di questo i nostri amministratori dovranno darci prova e garanzia, perché alle favole non crederemo più.

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