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Qualcuno mi ha detto che un uomo si vede quando soffia forte il vento contro di lui e non quando quel vento lo sospinge pacificamente.
È proprio così: chi non ha mai avuto il coraggio di affrontare la tempesta non ha in fondo mai vissuto perché la vita è proprio quella sfida.
Quella che ti porta a superare il limite e affacciarti sull’orlo del baratro, sporgerti e guardare nel vuoto, anziché camminare al sicuro lontano dal buio.
Molti parlano e scrivono dell’inferno degli altri e insegnano come tenersi alla larga dal burrone che li spaventa tanto.
Sono maestri del niente, cavalieri senza coraggio che non hanno sangue.
Sono giudici che respingono tutto ciò che non sanno e che in realtà non sanno nulla.
Un saggio mi ha insegnato che un uomo è religioso quando sa che esiste l’inferno, ma diventa un uomo spirituale solo quando all’inferno c’è stato.
Parlate pure allora, maschere da guerrieri fatte di carta e colori slavati, giudicate dalle vostre poltrone comode e spegnetevi senza aver mai sentito il calore del fuoco e mai conosciuto l’amore.
La vita non vi guarda e non è per voi; la vita è altrove.
È qui, accanto a noi che ci spingiamo a forza nella bufera, qui dentro di noi che torniamo sempre dalla battaglia, sanguinanti e poveri, gentili e generosi, anche con voi che ci guardate.
Questa nostra bellissima vita vissuta è l’eredità che lasciamo ai nostri figli e della vostra non ci importa.
Siamo vincitori e felici.
Noi siamo vivi.
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