L’ORACOLO

Passeggiavo in piena luce e il sole accompagnava me e i miei cani lungo una strada amica e consueta, c’era silenzio e il rumore lontano dell’auto mi aveva avvisato in tempo.

Lo spazio alla mia sinistra era verde e colorato da fiori sfacciati, quelli di ogni primavera che ostentano i loro petali graziosi e sconfiggono sempre il grigio che gli scorre accanto. Mi ci sono riparato con due passi fatti di lato e ho atteso che passasse.

Ho alzato lo sguardo perché sentivo qualcosa e ho visto la traiettoria di quella vecchia macchina stanca puntare dritta verso il ciglio della strada, verso l’erba e i fiori, contro di me, contro di noi. Non rallentava, non sembrava che ci fosse qualcuno alla guida; poi ho visto bene quel giovane uomo e i suoi occhi sgranati e assenti, li ho visti sollevarsi all’ultimo istante dal telefono che teneva in mano, al centro della sua coscienza, del suo orizzonte e del suo mondo.

I capelli neri e ricci si sono sollevati insieme al viso con la barba incolta e disordinata e mi ha mostrato il vuoto in cui si era appena ritrovato, strappato da qualcosa al suo universo artificiale.

Alla guida di quell’auto c’era una persona morta, senza coscienza, lontana da lì e adesso stava per travolgere e spegnere alcune vite, responsabili solo di trovarsi in quel piccolo pezzo di prato verde che costeggia la strada; ma qualcosa lo aveva appena svegliato dal suo sonno digitale e ha improvvisamente mosso la mano che ancora teneva senza convinzione il volante. 

La posizione di quella mano non avrebbe permesso neppure a un pilota professionista quella manovra, eppure lo sterzo ha girato di oltre 180 gradi a sinistra e la macchina ha scartato con violenza dalla stessa parte, passando veloce a pochi centimetri da me.

Non ho avuto paura, tutto era accaduto troppo velocemente, ma provavo una rabbia sorda e potente. Per aver fatto tempo prima una profezia e per averla vista avverarsi, per aver assistito alla vittoria del Diavolo sugli uomini.

Gli occhi vuoti e spenti di quell’uomo sono ancora fissi nei miei e dietro di loro vedo ardere le braci vivide e roventi del Diavolo che ha conquistato l’umanità e ride di questo.

Poco fa, però, qualcosa è intervenuta e ha preso il sopravvento, sovvertendo il piano e dimostrando la sua forza; dunque, sono ancora qui a scrivere e a cercare di capire.

Ho creduto a lungo che dovesse esserci una regola; La Regola è un’arma formidabile per i guerrieri della fede, che credono fermamente di essere al servizio di RAM e di onorare il Rigore, l’Amore e la Misericordia nel loro cammino verso la Luce.

C’è l’ombra, nel mondo di quei guerrieri e di ogni uomo risvegliato che sceglie di servire e c’è la consapevolezza che essa è parte di ognuno, come la regola dice e induce ad accettare.

Sapevo che l’anima ha scelto di venire in questo corpo per sperimentare se stessa e comprendere la meraviglia della sua essenza divina, proprio grazie all’incontro potente con la carne.

Bene e male, anima e corpo, luce e ombra sono sempre stati gli elementi essenziali per il compiersi del miracolo alchemico.

E quindi credevo che il delirio onnipotente di Satana in terra fosse il frutto del suo più grave errore, quello di credersi vincente sull’uomo in questo mondo di sangue e materia.

L’uomo lo ha servito e seguito sul suo cammino liscio e pieno di ricompense.

Ricordate il monologo di Al Pacino ne “L’Avvocato del Diavolo”?

“Meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso: non è così? “

“Perché no? 

Io sto qui col naso ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. 

Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare. A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato. 

E sai perché? 

Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante le sue maledette imperfezioni. 

Io sono un fanatico dell’uomo, sono un umanista! 

Sono probabilmente l’ultimo degli umanisti!

E chi, sano di mente, potrà mai negare che il XX secolo è stato interamente mio?”

Era vero.

E oggi è vero qualcos’altro, molto più terribile.

Non c’è più desiderio, vizio, istinto o peccato a tentare gli esseri umani in questo secolo nuovo.

A vincere sull’uomo è il nulla. Sono il caos, la confusione e la promiscuità ad aver cancellato la stessa lotta tra bene e male, nessun confine e nessuna contrapposizione alimentano un cammino che non è più tale.

L’uomo non è più combattuto tra cogliere i doni proibiti inventati per generare il suo senso di colpa, oppure scegliere la via della disciplina e riconoscere se stesso.

L’Oracolo non potrebbe più mostrare a Neo (le citazioni cinematografiche sono molto più reali di quanto possa sembrare…) il “conosci te stesso” che campeggiava all’ingresso del tempio di Delfi, dicendogli con dispiacere che lui non è l’Eletto a cui Morpheus crede; tanto ciecamente da sacrificare a lui la sua stessa vita.

Non serve più conoscere se stessi, non è più possibile farlo per la maggior parte degli uomini, persi per sempre nella Matrix che li ha inghiottiti con la favola venduta dal suo algoritmo.

Quell’uomo oggi mi avrebbe ucciso insieme ai miei cani senza neppure accorgersene, perché stava vivendo la sua vera e nuova vita in un mondo diverso, lontano da qui. Quello è ormai il suo vero ed unico mondo, suo e di altri milioni come lui.

Presto potrà rimanere immobile senza necessità di uscire, lavorare, nutrirsi, collegato al suo Metaverso dove non occorre camminare, guidare, parlare.

Nel frattempo, questa umanità si divide tra il campo virtuale che concede ogni cosa e il suo contrario e permette errori altrimenti fatali nell’altro mondo antico.

La Matrix ha iniziato a distruggere le differenze, a confondere i colori che sfumano in un grigio indistinto, e l’anima non può più condurre la sua esperienza nel corpo per riconoscersi e trovare il centro.

Semplicemente perché non c’è più esperienza da fare, la luce e buio si sono sovrapporti e mischiati senza rumore e il bene è diventato uguale al male; veniamo al mondo e viviamo senza compito, e così raggiungiamo veloci la morte senza aver mai vissuto.

È questo il capolavoro del Diavolo.

Anche il XXI secolo è completamente suo.

Lui è ancora il più grande appassionato del genere umano, che condivide con Dio la sua scintilla e fa di tutto per strapparsela dal cuore.

Ma c’è qualcosa che sfugge al calcolo di Lucifero e – come sempre dall’origine dei tempi – scombina il suo piano. Qualcosa che oggi ha salvato la mia vita e ha risvegliato il giovane automa alla guida dell’auto dal sonno in cui la sua coscienza obbediva all’algoritmo.

Ero io che lo aspettavo tra i fiori, eravamo noi che inalavamo il profumo della Madre su cui posavano i nostri piedi, era il soffio divino che ci connette e ci fa respirare all’unisono.

Perché non c’è un solo Eletto, ma è eletto ogni uomo che è disposto a credere ciecamente che ci sia la strada per vincere il buio, l’uomo che possiede la Fede, che lo rende invincibile e immortale e fa di lui il primo dei prescelti.

Qualcuno l’ha già fatto in questo mondo antico e ci ha mostrato la via della scelta e il suo potere eterno.

“Il diavolo gli ha mostrato tutti i regni del mondo e il loro splendore. E gli disse: “Ti darò tutto questo, se cadrai ai miei piedi e mi renderai omaggio”. Quindi Gesù rispose: ‘Vattene via, Satana!’ ” (Matteo 4: 8-10)

Prima di addormentarci possiamo ancora ricordare e scegliere, di svegliarci davvero domattina e ridere in faccia al Diavolo.

Io sarò ancora su quella strada, tra l’asfalto e i fiori.

Lascia un commento